giovedì 24 febbraio 2011

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La scalata è dura... 
ma la vista è Splendida

Riflessione personale

Da sportiva, penso che arrivare a vincere una gara, un mach, un torneo o qualsiasi altra competizione sportiva sia la cosa più bella ed entusiasmante che ci sia. Perchè si superano i propri limiti , si va oltre le proprie difficoltà, si arrivano a tragurdi sempre desiderati... E' come vivere un sogno.
Io mi ritengo molto fortunata perchè non ho nessuna difficoltà, ma quando vedo altre persone diversamente abili vincere o partecipare ad una competizione ed arrivare fino alla fine... è una traguardo stupendo una cosa che noi non possiamo neanche immaginare...E' una soddisfazione per la persona per la famiglia i compagni l'allenatore. Quando una persona ha un handicap penso che all'inizio sia tutto un trauma perchè è difficile andare avanti convincersi che ce la si può fare, ma una volta raggiunto il primo obiettivo tutto diventa più facile l'autostima cresce e si va avanti.
Credo che per i genitori di questi figli sia dura combattere ogni giorno ma le soddistazioni che ti possono dare sono tante e un'occosione è fare sport qualsiasi esso sia, può essere un buon trampolino di lancio per una vita più serena , invito tutti a fare sport e vi avviso... è molto dura ma le soddisfanzioni sono tante!

venerdì 18 febbraio 2011

ancora non vedenti...

Gli ipovedenti e i non vedenti e  possono praticare diverse attività sportive, sia a livello amatoriale sia a livello agonistico, e gli sport sono :
  • ginnastica, 
  • nuoto, 
  • sci, 
  • ciclismo (tandem),
  • judo, 
  • atletica leggera.
Ce ne sono molti altri ma esiste anche uno sport specifico per i non vedenti chiamato TORBALL , che si gioca con una palla che rotolando emette dei suoni.

IL TORBALL 

E' un gioco sportivo a squadre, si fronteggiano due team composti da 3 giocatori ciascuna ,più 3 riserve. E' uno degli sport più praticati dai non vedenti in Italia. Pur essendo uno sport molto praticato non fa parte degli sport paraolimpici,  al contrario del Goalball, che è uno sport sempre praticato da non vedenti o ipovedenti ma fa parte dei giochi paraolici.
C'è anche una divisione tra maschile e femminile.


Lo sport e i non vedenti....

Oggi parlerò di un fattore che coinvolge molte persone , non vedenti  che sono in gradi di praticare sport nonostante i loro limiti!!
Il mondo del non vedente non può essere compreso semplicemente chiudendo gli occhi. 
L'83% delle informazioni visive si acquisiscono infatti con la vista. Pertanto è facile capire che vi è una differenza tra una persona nata cieca e chi invece lo è diventata.
L'alteta non vedente ha una minore capacità di rendimento, velocità, forza, resistenza proprio perché è portato ad essere sedentario.
In una persona non vedente prevalgono le informazioni acustiche e tattili, che sono i sensi più sviluppati.
I non vedenti hanno più difficoltà di comunicazione, e gli è difficile avere equilibrio perché non ricevono informazioni visive dall'esterno ed anche la coordinazione ne risente. 
Hanno paura dello spazio: tutto è pericolo o può esserlo. La prima cosa da fare è tentare di superare le tensioni interne.

Attraverso lo sport il non vedente acquisisce sicuramente benefici fisici rilevanti: la capacità di muoversi in modo ritmico e coordinato con portamento rilassato evitando così l'obesità.


Lo sport gli consente di gratificarsi valutandosi di più sollecitando e superando tensioni interne migliorando il rapporto con la guida ed i compagni di squadra. Infatti una delle maggiori difficoltà si incontra nei rapporti tra la guida ed il non vedente che implicano una forte capacità di relazione e di stima reciproca.

L'attività motoria è l'espressione psichica dell'intelligenza proprio perché  lo sport mette in condizione e costringe l'individuo ad interagire con l'ambiente in maniera sicuramente molto più complessa rispetto a quanto richieda la vita di tutti i giorni.
L'attività sportiva migliora la capacità di elaborazione dell'informazione.
L'attività sportiva rappresenta  un'occasione di apprendimento e di conoscenza personale in cui l'atleta non vedente ricevendo una pluralità di stimoli impara ad autoregolarsi tenendo conto dei feed back imparando così ad essere lui stesso l'artefice del suo successo.

mercoledì 16 febbraio 2011

....Ciao a tutti!!!!!!

Son tornataaaaa, sono in periodo esami e il tempo è veramente poco, anche perchè ho iniziato tirocinio!!!!
E di ciò sono molto felice. Sto facendo tirocinio al CRA di Rovigo, è un centro ricreativo per adolescenti!
Avrei voluto farlo in ambito sportivo però non è stato possibile...
e ora per continuare....
.....Ci vediamo nel prossimo Post !!!

lunedì 31 gennaio 2011

Cenni storici....

Individui affetti da paralisi spinale traumatica sono stati i primi disabili a praticare sistematicamente un'attività sportiva. Tale attività ebbe origine in Gran Bretagna, nell'ospedale di Stoke Mandeville (Aylesbury).
Il centro fu aperto il 1 febbraio 1944, durante la seconda guerra mondiale, ed i primi paraplegici a cimentarsi nelle varie discipline sportive furono giovani di entrambi i sessi appartenenti alle forze armate britanniche, portatori di lesioni midollari per cause belliche.
Grazie dunque allo sport i pazienti paraplegici del Dr. Guttmann (definito da Papa Giovanni XXIII "il De Coubertin dei disabili") cominciarono a sviluppare la muscolatura delle braccia e delle spalle, raggiungendo rapidamente risultati eccellenti. 
Inoltre lo sport, aiutando ad acquisire equilibrio ed abilità motorie nell'uso della sedia a rotelle, consentiva a questi paraplegici di servirsi più efficacemente di tale mezzo di locomozione nella normale vita di relazione.
L'iniziativa del Dr. Guttmann ebbe molto successo, ed il 28 luglio 1948 si tennero i primi Giochi di Stoke Mandeville per atleti disabili, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri delle Forze Armate britanniche.

martedì 25 gennaio 2011

Approfondimento delle Special Olympics.

Penso che le S.O. siano un iniziativa fondamentale per le persone diversamente: abili consentono di avere benefici fisici , psicologici e cognitivi soprattutto aiutano ad avere una autonomia personale e anon arrendersi mai di fronte alle difficoltà.
I principi fondamentali sui quali si basa tutta l'attivita' sono :
  • gli allenamenti devono essere condotti da personale specializzato;
  • l'acquisizione di autonomia da parte del ragazzo, sia per lagestione della propria persona, sia per la gestione dell'attività sportiva (allenamento e gare);
  • ogni performance è una vittoria personale a prescindere da come gli atleti si classificano.
  • ogni atleta è premiato con una medaglia, possono partecipare persone di tutte le età e di tutti i livelli di abilità.
  • ogni Atleta gareggia con le stesse abilità.
Le Special Olympics sono state concepite per  questi principi sia il mezzo piu' efficace per sviluppare l'autonomia personale, l'autostima e per creare momenti di integrazione sociale. Per ogni disciplina vengono organizzati a livello regionale vari incontri, giochi, meeting, tornei ed a livello nazionale i Giochi Nazionali. La gestione tecnica dei Giochi Nazionali e' affidata ad uno staff tecnico nazionale che lavora tutto l'anno per la realizzazione di competizioni eque ed in condizioni di massima sicurezza.
Le discipline ufficiali sono :
  • Atletica
  • Basket
  • Bocce
  • Calcio
  • Ginnastica
  • Nuoto
  • Tennis
  • Equitazione
  • Sport Invernali 
Le discipline sperimentali sono canottaggio, golf, rowing, bowlig.
le discipline dimostrative sono thriatlon, badminton, ciclismo, tennis da tavolo, pallavolo unificata, judo.

Io che sono un'atleta e so quanto è difficile arrivare a certi traguardi,  è straordinario come persone con così tante difficoltà possano riuscire in tutti questi sport , è veramente una cosa da ammirare.
Tutti dovrebbero prendere l'esempio.