Il mondo del non vedente non può essere compreso semplicemente chiudendo gli occhi.
L'83% delle informazioni visive si acquisiscono infatti con la vista. Pertanto è facile capire che vi è una differenza tra una persona nata cieca e chi invece lo è diventata.
L'alteta non vedente ha una minore capacità di rendimento, velocità, forza, resistenza proprio perché è portato ad essere sedentario.
In una persona non vedente prevalgono le informazioni acustiche e tattili, che sono i sensi più sviluppati.
I non vedenti hanno più difficoltà di comunicazione, e gli è difficile avere equilibrio perché non ricevono informazioni visive dall'esterno ed anche la coordinazione ne risente.
Hanno paura dello spazio: tutto è pericolo o può esserlo. La prima cosa da fare è tentare di superare le tensioni interne.
Attraverso lo sport il non vedente acquisisce sicuramente benefici fisici rilevanti: la capacità di muoversi in modo ritmico e coordinato con portamento rilassato evitando così l'obesità.
Lo sport gli consente di gratificarsi valutandosi di più sollecitando e superando tensioni interne migliorando il rapporto con la guida ed i compagni di squadra. Infatti una delle maggiori difficoltà si incontra nei rapporti tra la guida ed il non vedente che implicano una forte capacità di relazione e di stima reciproca.
L'attività motoria è l'espressione psichica dell'intelligenza proprio perché lo sport mette in condizione e costringe l'individuo ad interagire con l'ambiente in maniera sicuramente molto più complessa rispetto a quanto richieda la vita di tutti i giorni.
L'attività sportiva migliora la capacità di elaborazione dell'informazione.L'attività sportiva rappresenta un'occasione di apprendimento e di conoscenza personale in cui l'atleta non vedente ricevendo una pluralità di stimoli impara ad autoregolarsi tenendo conto dei feed back imparando così ad essere lui stesso l'artefice del suo successo.
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